mercoledì 9 novembre 2011

Quadro Economico




Buongiorno,




il quadro macroeconomico che si va delineando è sempre più compatibile con uno scenario di rallentamento dell'economia globale: secondo gli ultimi dati è verosimile che, nel corso dei prossimi mesi, assisteremo ad uno scenario di moderata espansione nei paesi emergenti mentre lo scenario più probabile negli Stati Uniti sarà quello di un rallentamento della crescita economica senza però arrivare ad una recessione.

Recessione che invece sembra sempre più inevitabile nella zona Euro: gli ultimi dati relativi agli indici manifatturieri e dei servizi segnalano una contrazione in atto in Italia, Spagna e Francia mentre la Germania è vista in rallentamento.



E' interessante notare come, mentre la grande maggioranza degli analisti definisca come recessione un periodo di uno o più trimestri con crescita negativa, alcuni economisti puntino l'attenzione piuttosto sui punti di svolta del ciclo economico focalizzandosi su indicatori come Produzione Industriale, Salari, Occupazione, Vendite e consumi: in quest'ottica anche l'economia americana continua a mostrare evidenti segni di fatica.



Nella zona Euro i pericoli maggiori di ribasso vengono ancora dal settore del debito pubblico; accertata (e accettata) l'insolvenza della Grecia l'attenzione si è spostata verso l'Italia i cui valori di finanza pubblica si stanno deteriorando inesorabilmente ormai da un decennio.



Continua incessante, invece, l'attività di fusioni e incorporazioni: in netta ripresa rispetto ai minimi di inizio 2009 e in aumento anche rispetto ai dati del 2010.

E' un buon segnale perchè indica che le aziende dispongono di liquidità e non hanno timore ad usarla per acquisire altre aziende e per allargare la propria attività.



Nel corso del mese di ottobre le attività rischiose (tipicamente azioni e materie prime) hanno performato meglio degli strumenti privi di rischio (obbligazioni governative) su tutti le macro aree monitorate: Stati Uniti, Europa, Mercati Emergenti.

Gli indici azionari hanno archiviato il mese con rialzi in doppia cifra recuperando parte delle perdite accusate durante i mesi precedenti: i mercati che maggiormente erano stati penalizzati sono quelli che hanno messo a segno i rialzi più interessanti.

E' proprio questo aspetto che mi induce a una certa prudenza perchè la mancanza di una leadership ben precisa (cioè uno o più indici che si comportino meglio degli altri sia nelle fasi di ribasso sia nelle fasi di rialzo) mi fa pensare che siamo ancora di fronte ad una fase di rimbalzo inserita in un trend ribassista di lungo periodo.

Occorre però rilevare che questa fase rialzista di breve coinvolge praticamente tutti gli indici azionari e questo lascia ben sperare per il prosieguo del trend.



Come pure vanno valutati positivamente il graduale rientro dei valori della volatilità e il restringimento dello spread tra titoli corporate e titoli governativi segno che gli investitori percepiscono un progressivo ridimensionamento della rischiosità dei mercati.



E' innegabile che, come investitori, ci troviamo a dover fronteggiare alcuni dilemmi e spero siano utili queste riflessioni:



1) gli strumenti che mantengono le caratteristiche di beni rifugio hanno raggiunto ormai quotazioni tali da renderne il rapporto rischio rendimento molto poco interessante: il decennale tedesco e americano hanno rendimenti reali negativi, cioè non superano l'inflazione; inoltre trovo assai poco eccitante investire a tassi inferiori al 2% a fronte di un rischio concreto di un calo anche repentino delle quotazioni;



2) le obbligazioni corporate di buona qualità (alto merito creditizio) offrono rendimenti leggermente superiori ai governativi in virtù del fatto che le aziende vengono percepite (correttamente) come emittenti più soliti di tanti governi; possono essere una buona scelta per operare una diversificazione efficace all'interno del proprio portafoglio;



3) indiscutibilmente le ultime sedute hanno compresso i prezzi di obbligazioni bancarie e governativi italiani: se non consideriamo come possibile l'insolvenza del governo Italiano (che si trascinerebbe inevitabilmente anche il sistema bancario) allora queste categorie di investimento presentano delle innegabili opportunità;



4) una buona opportunità di investimento è ravvisabile anche nel settore delle obbligazioni ad alto rendimento: chi volesse può approfondire la lettura qui (http://labottegadellaconsulenza.blogspot.com/2011/11/asset-allocation-high-yield-bonds.html); inoltre, per le sue caratteristiche, l'obbligazionario High Yield può rivelarsi una valida alternativa per prendere esposizione sul mercato azionario senza assumersene (o perlomeno riducendolo) il rischio volatilità.



5) sempre sul tema obbligazionario non dimentichiamo che molti dei cosidetti 'paesi emergenti', grazie a politiche di bilancio virtuose e alle materie prime, negli ultimi anni hanno migliorato sostanzialmente i propri parametri di bilancio e oggi mostrano una solidità patrimoniale nettamente superiore a molti paesi occidentali pur continuando ad offrire rendimenti piuttosto interessanti.



Valutazioni e commenti sono sempre i benvenuti,



a disposizione per qualsiasi chiarimento,



cordialmente



Piero Patuelli



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